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Cronache dell’oblio dell’Essere
Bologna - 24 GennaioAnno a-domini 2018
ore 12.02
Scrivo dall’era di mezzo del dominio tecno-digitale, dove l’esistenza umana è invasa dall’essenza del post-nichilismo, figlio illegittimo dell’oblio dell’Essere, il cui effetto non dichiarato è di svuotare tutto di ogni significazione, incluso lo svuotamento stesso. Film: La Compagnia dell'anello, 2001 di Peter Jackson
In tale dominio il tempo ha ormai perso le sue caratteristiche di circolarità mitologica e di linearità storica per mostrarsi come tempo della simultaneità: tutto per tutti allo stesso momento, più nulla per nessuno...
Qui l’Ars Poetica, il cui scopo è risvegliare la Coscienza al Suo proprio Mistero attraverso il linguaggio simbolico-archetipico, è ridotta a mera decorazione, ad artificio sintetico, ad aroma esotico o ad un esoscheletro tecno-meccanico. Nell’in-cultura di oggi, si scambia il richiamo dell’assurdo nel sacro per la voce ed il gusto del grottesco, il sapere per l’informazione, la maestria per l’istruzione e il sentimento per la sensazione viscerale, la più breve ed intensa possibile, perciò atta a riempire la conseguente groviera di vuoti che s’aprono tra le pieghe del simultaneo.
In questa falsa democrazia orizzontale che è internet, i quindici minuti di celebrità di Wharol divengono ciclici, contemporanei e iper condivisibili da tutti, in una masturbazione telematica ossessivo/compulsiva, isolante in maniera direttamente proporzionale al tasso di ampliamento di tale illusoria inclusività. In tale illimitato isolamento, generatore di micro universi in cui sentirsi divinità part-time, l’ineludibile spinta alla ricerca del Vero decade in un contenuto di volta in volta veritiero: l’Assoluto, cacciato dalla porta principale di casa, finisce per ritornarvi di soppiatto dal retro, mascherato da un relativismo che si impone con atteggiamento squadrista. Del tutto prive di un pensiero dell’Assoluto, che sia transculturale e a-umano, proliferano come funghi le “bande del contro”, animate, sostenute, alimentate oggi più che mai dalla compresenza essenziale dei loro antagonisti, a perenne dimostrazione che la mente dualistica permane immutata, sia nelle vittime che nei carnefici, trasformando di volta in volta gli uni negli altri. In tale contesto il politically correct e l'equality sono diventati la nuova Santa Inquisizione ed ogni dubitante dotato di senso critico, la nuova strega da bruciare. L’Assoluto è al contempo, per la prima volta, e imposto e negato.
Nell’era di mezzo del dominio tecno-digitale, i figli vivono simultaneamente i ruoli, i desideri, le paure e le aspettative dei padri e viceversa, in un rapporto pre-adolescenziale persino al di qua dell’amicale, livellato dalla comunicazione di un tweet, di un post, di un mms. Poiché in rete, quel che i padri e le madri possono, lo possono i figli egualmente. Lo sguardo vitreo di un selfie dice di noi più di qualsiasi Visione, in un travasamento obbligato dalla totale mancanza di una esperienza realizzativa interiore alla pienezza di un oggetto esteriore manipolabile: sé stesso! L’uomo è definitivamente ridimensionato, come da profezia di Heidgger, a risorsa di sé stesso. Il Patriarcato ed il Matriarcato sono risolti nel e ridotti ad un meccanismo di mera produzione biologica sempre più svincolato dalla dimensione genealogica ed archetipica. Gli Antenati, sempre più prossimi, sono le vecchie versioni dell’ultimo social network ed il Potere non è più Sapere: il potere è potere fare. Nel delirio iper relativizzante, i principi universali del maschile e del femminile sono nevrotizzati in una pulsione narcisistico-schizofrenica che, da una parte, li vuole messi in discussione, dall’altra li ricerca per vie oscure. In un delirio di onnipotenza, supportato ed incentivato dal potere della tecnica, si piegano forzatamente le leggi universali - legiferate da nessun Dio - ad un capriccio pre-puberale. In tale forzata rimozione, come per tutte le rimozioni, stiamo creando psycho-mostri segreti.
Tanto più si allargano gli orizzonti di presunta libertà, tanto più si riduce la nostra possibilità di fronteggiare il vuoto: il tecnicamente fattibile finisce per coincidere con l’eticamente accettabile, in un’ansia di controllo che tradisce, in ultimo, la sola ed unica pretesa di liberarsi dalla “malattia della morte”. Il pensiero fondante dell’era del dominio tecnocratico dunque, può riassumersi nel tentativo di rimuovere l'esperienza della morte nella sua totalità, il suo sentimento, le implicazioni, l’abisso dell’ineluttabilità, il mistero insolubile e persino l’oltre mortale, in ogni sua possibilità di salvezza. Nessuna salvezza, per cui, nessuna perdizione. Ne consegue che anche la vita perde per intero il suo significato. Non più il vuoto nichilista, dunque, ma l’assenza di un dio di cui non si ha nemmeno memoria, di un eroe la cui tomba non solamente è perduta ma nemmeno cercata. Il vuoto continuo del vuoto, ad un soffio dalla catastrofe o ad un passo da un nuovo risveglio? Forse...poiché non v’è mai stato altro tempo in cui il vuoto si senta più forte con la più flebile voce possibile.
Notte dei tempi -
Eppure una Stella
arde nel cuore
Eppure il richiamo nel cuore degli esseri senzienti, ancora privi di compiuta voce poetica e filosofica, zampilla dalla memoria germinale mai sopita dell’Essere, dormiente si, sebbene mai spenta. Germoglia sempre nello sguardo mai immune dei bambini, e talvolta nel panico sacro degli adolescenti. Illumina il cammino nella preservazione dei lignaggi antichi di Nobili Arti, nella voce di vati sconosciuti ai più, nella fiducia nel Daimon che ci muove, nel riconoscimento degli Arcani archetipici, guardiani della soglia del vuoto, nell’insegnamento di maestri segreti, non per nascondimento, quanto per incomprensibilità, nel filo d’oro dei testi sacri, nella chiamata al coraggio, nella voce abissale dell’Assoluto, ora e sempre, adesso stesso, innegabile. Nella saggezza del lasciare, senza che si scorga perdita alcuna. E a tutti i sinceri ricercatori che ardono sotto la cenere della terra bruciata, in quest’era di mezzo del dominio tecno-digitale, vorremmo dire: Fratelli e Sorelle, non confondete il sacro strale che v’arde nel petto per una circuito disfunzionale, riconoscete nella domanda, priva di dubbi, l’anelito dell’Assoluto, non siete soli in questa barbarie.
Verrà il giorno in cui i figli degli uomini, canteranno di quell’epica dell’oblio, di cui nessuno ha più memoria.