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La determinazione dell’ordine simbolico dell’albero è il mio personale contributo intuitivo alla visione metagenealogica jodorowskiana e che, secondo tale teoria, chiarifica ulteriormente le dinamiche di annodamento che intercorrono tra i vari membri di uno stesso clan famigliare.

Dal come al perché?

Per molti anni infatti, mi sono chiesto perché mai, dall’apparizione di un determinato nodo psicogenealogico, formatosi in un punto preciso dell’Albero, se ne venga “contagiati” anche a distanza di generazioni. Perché per esempio, un abuso perpetuato da un bisnonno riesce ad avere ripercussioni sul suo bisnipote? In altre parole: perché le colpe dei Padri (e delle Madri) ricadono biblicamente, sui figli?

Premesso che, in maniera assoluta, non possiamo determinare causalmente il fattore primo di annodamento, non esistendo un responsabile originario della nostra personale sofferenza: noi soffriamo perché esistiamo! Esistere è patire, secondo la prima delle quattro nobili verità del Buddha, se non altro perché non abbiamo risposte, ab origine, del perché esista questo Universo, con al suo interno e sofferenza e felicità, entrambe sullo stesso piano di assurdità cosmica. Detto ciò, cause e condizioni relative non solo possono essere indagate ma anche precisate con estremo rigore. Già Didier Dumas con la sua teoria del fantasma, trasmesso per “attività mentale originaria”1, ha colmato una lacuna enorme nella comprensione della trasmissione dei nodi psico-genealogici e tuttavia ancora non mi persuadevo di quale fosse la necessità da parte dell’Albero di trasmettere, con tale e tanta forza, un nodo da una generazione all’altra. La teoria del fantasma, difatti, spiega in maniera molto chiara come, nei primi tre anni di vita che precedono il processo di individuazione psichica, il bambino assuma su di se l’universo psichico familiare, duplicandone i nodi e, naturalmente, tutte le potenzialità. Ciò che per me restava oscuro era il perché di tale trasmissione di informazioni: da dove la necessità di diffondere, nello spazio e nel tempo, la specificità di un determinato nodo psichico? Non bastavano forse i guai passati dai nostri bisnonni e nonni tra prima e seconda guerra mondiale? Non bastava forse che tale segreto riguardasse il nostro prozio? Perché coinvolge, oggi, anche me?

Metagenealogia

Secondo la visione psicogenealogica jodorowskiana chiamata Metagenealogia2, nelle quattro sfere che riassumono la nostra esperienza - corporeo/materiale, sessuale/creativa, emozionale ed intellettuale - sono già presenti sei nuclei potenziali ed indispensabili ad un sano sviluppo: il nucleo incestuoso, quello bisessuale, quello sadomasochistico, quello narcisistico, il cannibale e il nucleo sociale. Riassumendo, quando una persona, per basso livello di coscienza di sé e del suo Albero (noi diremmo inevitabilmente, in quanto umani), subisce o procura una ferita per colpo/eccesso o mancanza/carenza, cristallizza il nucleo in un nodo: incestuoso, omosessuale, sadomasochistico, narcisistico, cannibale e sociale. La domanda che qui ci poniamo, concerne la capacità e la possibilità da parte dell’Albero - da considerarsi più una struttura psichica vivente che un quadro trascritto della nostra genealogia - di trasmettere tale informazione annodata a tutti i membri del clan. L’Albero difatti, è un’entità cosciente che prima di ogni altra tenta di dare una risposta sensata, narrata, al proprio assurdo esistere. Perché un Albero genealogico nell’Universo? Perché un Padre ed una Madre? Ogni risposta che si dà come presumibilmente sensata lo preserva dal vuoto della morte e, in tal senso, la prima ferita che esso vive è prima di ogni altra quella della sua mera presenza. Il colpo e la mancanza, esistenziali diremmo, sono quindi già originariamente presenti senza che assumano connotazioni e coloriture psichiche ma che subito in queste ultime trovano immediata ricaduta. In tale senso il piano “orizzontale” della psiche diviene il campo di metabolizzazione e digestione del ben più problematico ed ingestibile piano “verticale” dell’esistenza lì dove, in campo psichico, i problemi trovano perlomeno cause e condizioni relativamente sensate, all’interno di una narrazione coerente. Quando tale risposta narrativa arriva a seguito di un annodamento per colpo o mancanza, allora il messaggio da comunicare a tutti i famigliari per tale sopravvivenza consiste in un rigoroso ordine da eseguire fedelmente. In altre parole, dalla formazione del nodo psichico, l’Albero ritrova un suo asset narrativo sensato per evitare la propria morte, imponendolo come un ordine a se stesso. Ora, come lo fa? Come può un bisnipote, eseguire per fedeltà famigliare l’ordine di un bisnonno? Concordo con Dumas e la sua teoria dell’attività mentale originaria aggiungendo il dettaglio della comunicazione simbolico/analogica: il messaggio passa per via simbolica.

Ordine simbolico e fedeltà famigliare

La dimensione dell’universo simbolico/analogico vive infatti un tempo mitologico circolare a differenza della dimensione storica che è lineare. Un simbolo è e rimane tale, nella sua significazione, a discapito di qualsiasi progressione temporale o distanza spaziale ed è proprio per tale motivo che quando l’Albero stabilisce una nuova serie di simboli atti a lanciare un messaggio di sopravvivenza, questi vengono colti contemporaneamente da tutti i membri del clan. Il messaggio viene passato di Padre in figlio tramite vestiti, parole, frasi dette o taciute, postura corporea, successi/fallimenti, morti/aborti, sodalizi, matrimoni, divorzi, oggetti di varia natura, arredi casalinghi, nomi/cognomi, gusti ed orientamenti sessuali, sessualità biologica e moltissimo altro atto a trasmettere in maniera tacita, come, quando e quanto essere fedeli ad un determinato ordine simbolico. Ne consegue che i vari membri del clan adottano quattro strategie di fedeltà famigliare principali per rimanere fedeli all’ordine:

  1. la ripetizione pura e semplice;
  2. l’opposizione;
  3. Il portare a compimento;
  4. La metaforizzazione.

Ed è qui che intervengono gli strumenti metagenealogici:

  • La mappa: la stesura dell’Albero, atta ad individuare il nodo e l’ordine simbolico dell’Albero.
  • La topografia: la Tarologia3, come possibilità di fare emergere le dinamiche inconsce.
  • Il mezzo: la Psicomagia4, una azione simbolica teatralizzata risolutiva atta a:
  1. Integrare una mancanza;
  2. Soddisfare un impulso;
  3. Disattivare una “programmazione” negativa.

 Spero con questo breve riassunto, di avere ulteriormente chiarito come la struttura Metagenealogica classica possa integrare l’ulteriore contributo della determinazione dell’ordine simbolico, lungo la Via della cura, per un Universo più consapevole e meno intriso di sofferenza.

1Didier Dumas in L’eredità più nascosta – Van Eersel, Maillard, Macro Edizioni, 2012

2Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa, Metagenealogia, Feltrinelli, 2012

3Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa, La via dei tarocchi, Feltrinelli, 2005.

4Alejandro Jodorowsky, Psicomagia, una terapia panica, Feltrinelli, 1997.

 

Metagenealogia struttura

 

1Didier Dumas in L’eredità più nascosta – Van Eersel, Maillard, Macro Edizioni, 2012

2Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa, Metagenealogia, Feltrinelli, 2012

3Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa, La via dei tarocchi, Feltrinelli, 2005.

4Alejandro Jodorowsky, Psicomagia, una terapia panica, Feltrinelli, 1997.

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