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Dico spesso ai miei allievi che non insegno (solo) tecniche bensì provo a trasmettere una esperienza. La differenza fondamentale e l'unicità del corso proposto può riassumersi in queste poche parole. Sono fermamente convinto del fatto che la musica debba essere il mezzo attraverso il quale divenire interpreti di se stessi.

Il perno attorno a cui ruota l'insegnamento quindi, sono le "BASI" e i "PRINCIPI". Le "BASI" sono il riferimento esperienziale che è sia energetico che di pensiero, di significato che attribuiamo all'uomo, prima di tutto, con la sua centralità elle sue emozioni: la sua spinta alla ricerca. Un aspetto non riassumibile in queste poche righe. I "PRINCIPI" fondamentali sono quattro: attenzione concentrata su di sé, corretto rapporto col corpo, corretto rapporto col respiro e corretto rapporto col ritmo. Il tutto con focus prevalente sullo "strumento suonatore".

 

Manuale

Per sviluppare tali temi ho impostato un pacchetto di 5 lezioni intensive da 1 ora abbondante e rinnovabili sia per principianti che per avanzati. Non essendo finalizzato strettamente all'efficenza, ne tantomeno esclusivamente al padroneggiamento virtuosistico di una o più tecniche, bensì all'approfondimento di una esperienza psico/fisica e musicale completa, suggerisco ai miei allievi di rinnovare il corso o continuare a seguirlo con lezioni singole anche quando è finito un ciclo.

Nell'arco di quasi 30 anni di studio di cui 18 di insegnamento (dei quali ben 6 con un corso settimanale stabile), si è inoltre sviluppato un lavoro di scrittura delle partiture ritmiche originale che ancor oggi si arricchisce di nuovi elementi, stimoli e spunti da parte degli stessi allievi.

La Bologna Didjeridoo School si trova a Bologna, presso il Centro Olistico Eleusi.

La respirazione circolare per strumenti a fiato


UNA LEZIONE SUL DIDGERIDOO MUSICALE

Qualcuno mi chiedeva una spiegazione dettagliata degli intervalli melodici col didjeridoo, ascendenti e discendenti, noti anche come overdrive e jaw drop (che a parte dei vaghi rimandi figurativi spiegano ben poco e molto confusamente cosa si va a fare).

Come potete ascoltare e vedere, nella comparazione tra pianoforte e didjeridoo nel video linkato è possibile ottenere degli intervalli melodici oltre che armonici. Se negli intervalli armonici si ode al contempo e la fondamentale e l'armonico che si distanzia in maniera regolare da essa, negli intervalli melodici si va a cambiare l'intonazione della fondamentale stessa.

Per ciò che concerne gli intervalli melodici ascendenti è necessario esercitare una maggiore pressione labiale in concomitanza ad una maggiore spinta dei muscoli addominali. L'effetto, noto nell'ambiente del didgeridoo (e musicale in generale) come overdrive, avrà come conseguenza un cambio di nota in senso ascendente e conseguentemente un aumento di volume sonoro. L'ancia labiale, maggiormente sollecitata, avrà come effetto di vibrare al di sopra della risonanza ottimale con la colonna d'aria, provocando un aumento di tono. Ecco anche spiegato il motivo per cui la gestione della pressione e della frequenza vibratoria dell'ancia nel didgeridoo è fondamentale, non solo perché incide sul volume sonoro ma soprattutto perché potrebbe portarvi involontariamente a stonare.

Al minuto 2.31 del video, si passa dalla nota E (mi) a F (fa).

L'intervallo melodico discendente (anglofonizzato come jaw drop, lett. mascella che gocciola) è sicuramente più complesso da conquistare, tecnicamente parlando.

Possiamo subito constatare che, se il principio della pressione vale per l'intervallo melodico ascendente vale anche per quello discendente. In altre parole, diminuire la pressione di spinta ha come conseguenza un abbassamento di nota ed indirettamente un abbassamento del volume sonoro. Ma ciò non basta ad ottenere un chiaro e preciso intervallo melodico, che come dice la stessa parola deve essere accadere con un intervallo di una distanza consona dalla fondamentale per evitare di stonare. Essendo la colonna d'aria del didjeridoo fissa, dovremo intervenire ancora una volta sulla sollecitazione dell'ancia labiale, diminuendone la frequenza vibratoria in modo tale che essa vibri al di sotto della risonanza ottimale con la stessa colonna d'aria.

Al minuto 2.44 del video potete ascoltare e vedere il passaggio dalla fondamentale in E (mi) alla nota D (re) con un intervallo discendente di 1 tono.

L'esercizio che propongo per esercitassi è il seguente: TI  TO UON (INSPIRO)
…dove sul TO, si abbassa la mascella. È indispensabile che all'abbassamento di mandibola corrisponda una diminuzione della pressione di spinta, altrimenti andremo a compensare non avvertendo un intervallo melodico discendente precisamente intonato. La difficoltà maggiore sta nel continuare a far vibrare le labbra al di sotto della risonanza ottimale nonostante la diminuzione della pressione e l'apertura della mandibola.

Buona pratica a tutti!

 

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